CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
L’articolo si propone di esaminare il ruolo svolto dalla cura educativa nel favorire l’accoglienza e il riconoscimento dell’alterità. In questo senso, la cura e la cura di sé si collocano al centro di ogni educazione, come lavoro preparatorio su se stessi, indispensabile per la costruzione dell’identità soggettiva. Benché la pratica di cura sia associata prevalentemente all’agire femminile, e sia spesso priva di riconoscimento teoretico, essa si rivela fondamentale per la costruzione di un’autentica etica della cura e della saggezza.
The article intends to examine the role played by educational care in promoting the acceptance and recognition of otherness. In this sense, care and selfcare are at the center of every education, as a preparatory work on oneself, indispensable for the construction of subjective identity. Although the practice of care is mainly associated with female acting, and is often devoid of theoretical recognition, it is essential for the construction of an authentic ethic of care and wisdom.
Il presente contributo si propone di considerare la rilevanza che il concetto di “empatia” occupa nell’àmbito della relazione educativa. A tal fine, per evitare le trappole riduzionistiche di riferimenti tanto generici quanto superficiali, si chiarisce il termine empatia anche alla luce degli studi empirici condotti negli ultimi anni e dell’evoluzione che il concetto stesso ha avuto in ambito filosofico, psicoanalitico, negli studi della psicologia umanistica e della psicologia dello sviluppo. Il lavoro si conclude con alcune considerazione di carattere pedagogico sul ruolo dell’empatia nella relazione educativa.
This present contribution intends to consider the importance that “empathy” as a concept occupies in the educational relationship. To this end, in order to avoid reductioning traps of references which are so much generic as superficial, the word “empathy” is clarified also on the basis of the empirical studies of the latest years and of the evolution that the concept itself has had in the studies of humanistic psychology and developmental psychology, within the philosophical, psychoanalytical spheres. The works ends with some pedagogic comments about the empathy role in the educational relationship.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
Per il Sinodo dei Vescovi nell’ottobre 2018 Papa Francesco ha scelto il tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il tema si propone la finalità educativa di accompagnare i giovani nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il proprio progetto di vita e realizzarlo aprendosi all’incontro con Dio e con gli altri, divenendo parte attiva all’interno della Chiesa e della società. A partire da tali suggestioni, il contributo affronta una riflessione pedagogica sui seguenti temi: il protagonismo dei giovani e la condizione dei giovani in relazione ad un’epoca di crisi, in vista di delineare le principali linee per un accompagnamento vocazionale.
Parole chiave: Sinodo dei Vescovi, educazione, giovani, discernimento
For the Synod of Bishops in October 2018 Pope Francis has chosen the theme “Young people, Faith and Vocational Discernment”. The theme proposes the educational purpose to accompany young people along their existential journey towards maturity so that, through a process of discernment, they can discover their life plan and make it by opening themselves to an encounter with God and with others, becoming active part within the Church and society. Starting from these suggestions the contribution deals a pedagogical reflection on the following themes: the young people as protagonist and their condition in an era of crisis, in view of outlining the main lines for a vocational accompaniment.
Keywords: Synod of Bishops, education, young people, discernment
L’articolo propone l’ascolto degli adolescenti e l’“alleanza” con loro come strumenti privilegiati sia per comprendere meglio il mondo dei giovani e quello degli adulti, sia per intervenire efficacemente dal punto di vista educativo. Emerge con sempre maggiore forza che il disagio degli adolescenti è frutto del disagio del mondo adulto, del suo non saper più rispondere alle domande esistenziali e del non riuscire a dare più un senso alla sua vita. Si è creata così una situazione in cui il disagio dei giovani esaspera le contraddizioni dell’adulto, il quale – a sua volta – non sa più come affrontare le crisi dei giovani. La proposta del Sinodo dei Vescovi sui giovani è quella di ripartire dai giovani, mettendosi in ascolto delle loro critiche, delle loro preoccupazioni, delle loro aspirazioni e delle loro domande per scorgere i segni nuovi dei tempi che stiamo vivendo e le vie che l’educazione è chiamata a percorrere.
The article proposes listening to the adolescents and the “alliance” with them as privileged tools both to understand better the world of young people and that of adults, and to intervene effectively from an educational point of view. The discomfort of adolescents is always the result of the discomfort of the adult world, of his not being able to answer the existential questions and of failing to give a meaning to his life. The current situation is that the discomfort of young people exacerbates the contradictions of the adult, who – in turn – no longer knows how to deal with the crises of young people. The proposal of the Synod of the Bishops on young people is to start from the young, listening to their criticisms, their worries, their aspirations and their questions to see the new signs of the times we are living and the ways that education is called to travel.
Il transito adolescenziale deve affrontare nella nostra epoca nuovi dilemmi: da un lato, i giovani hanno la piena disponibilità delle proprie risorse creative da utilizzare per l’autorealizzazione; dall’altro lato, sembrano immersi in un diffuso senso di inutilità, di tristezza, di indifferenza, di disimpegno, di vuoto progettuale, di ineducabilità, di ritiro, di solipsismo narcisistico. Queste tendenze sono da correlare con il crescere nella società occidentale dell’organizzazione tecnica e competitiva: l’obbedienza ad automatismi esaspera, ed esautora al contempo, la progettualità, producendo non solo ipercompetitività, ma anche rinuncia a competere; interferendo con quell’apertura, finanche sognante e utopica, verso un futuro migliore che rappresenta la vera forza trainante del giovane in direzione della vita adulta. Il consultorio si offre come centro di ascolto che, tramite il lavoro di équipe, cerca di fornire non solo un ascolto tecnico, ma anche antropologicamente attento alle intersezioni fra persona, contesto sociale e dimensione progettuale. Nel contributo saranno a tale proposito brevemente discussi alcuni casi in cui il ritiro appare come una modalità relazionale e di costruzione dell’identità oggi sempre più presente.
The adolescental passage must face new dilemmas in our time: on the one hand, young people have the full availability of their creative resources to be used for self realization; on the other hand, they seem to be immersed in a widespread sense of uselessness, of sadness, of indifference, of a planning void, of ineducability, of withdrawal into themselves, of narcissistic solipsism. These trends are to be correlated with the growth of technical and competitive organization in our societies: the obedience to automatisms exasperates, and at the same time, divest project planning, producing not only hypercompetitiveness, but also renunciation to compete; interfering with that opening, even dreamy and utopian, towards a better future that represents the true driving force of the young person in the direction of adult life. The counseling center offers itself as a listening center which, through team work, tries to provide not only a technical listening, but also anthropologically careful to the intersections between person, social context and planning dimension. In this regard, some cases will be briefly discussed in this paper, in which the withdrawal into themselves appears a relational and an identity construction modality today’s increasingly present.
Promuovere nei giovani un’identità europea può favorirne lo sviluppo morale e atteggiamenti postivi di inclusione verso gli immigrati? È questo l’interrogativo indagato in due studi che hanno coinvolto quasi mille giovani italiani dai 14 ai 25 anni. Dai due studi è emerso che, effettivamente, nei giovani sentirsi europei si associa con una maggiore identificazione con gli alti valori morali a fondamento dell’Unione Europea e con una maggiore apertura verso gli immigrati. Sono auspicabili, quindi, politiche e interventi educativi volti a favorire lo sviluppo dell’identità europea nei giovani.
Can promoting a European identity favor youth’s moral development and positive attitudes towards immigrants? Two studies have been carried out to investigate this research questions. Almost 1000 Italian young people (14-25 years old) participated in the studies. The results have provided some evidence that, actually, identifying with the European Union is associated with youth’s higher levels of identification with the moral values funding the EU and higher levels of openness towards immigrants. Therefore, policies and educational interventions should be realized in order to promote the development of a European identity among youngsters.
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
Il progetto di Screening sullo sviluppo del linguaggio verbale e della comunicazione ideato, promosso e condotto dal Consultorio Familiare A.Ge di Ortona, anche grazie al contributo concesso dalla Società ASPM Commerciale Srl di Soresina (CR), ha preso avvio dal mese di Gennaio 2017, per la fase di puntualizzazione progettuale e pubblicizzazione a livello territoriale; per diventare attivo, presso le strutture educative individuate, da Marzo 2017, è ormai in fase di chiusura. Rappresenta la prima iniziativa locale d’intervento per il contrasto ai disturbi linguistico-comunicativi, in un’ottica di prevenzione attuata nella fascia d’età 8-36 mesi, in collaborazione con i Servizi della Prima Infanzia del Comune di Ortona (Nido “A. Gramsci” e Cipì – Centro Interattivo Prima Infanzia della Biblioteca Comunale).
Parole chiave: progetto pilota, prevenzione disturbi del linguaggio e della comunicazione, prima infanzia, esperienza consultoriale.
The Screening project on the development of verbal language and communication developed, promoted and conducted by the Ortona’s A.Ge Family Consultory, also thanks to the contribution granted by ASPM Commercial Srl Company of Soresina (CR), has been launched since January 2017, for the phase of planning clarification and advertising at the local level, to become active, at the educational facilities identified, from March 2017, by now at closing time. It represents the first local intervention initiative for contrasting language-communicative disorders, in the context of prevention implemented in the age group of 8-36 months, in collaboration with the First Childhood Services of the Municipality of Ortona (Nursery “A. Gramsci” and Cipì – First Childhood Interactive Center of the Municipal Library).
Key words: pilot project, prevention of language and communication disorders, early childhood, consulting experience.
GESTIRE RELAZIONI
A la suite du diagnostic de surdité de leur enfant, les parents sont rapidement engagés dans son suivi médical et amenés à prendre des décisions importantes en matière de traitements et de soins, notamment en lien avec la généralisation de l’implantation cochléaire. Cet article présente les résultats d’une étude menée auprès de parents d’enfants sourds de Suisse romande et basée sur l’analyse de leurs trajectoires de soin. Les résultats montrent que dans la plupart des cas, la surdité était associée à d’autres troubles, ce qui a compliqué l’engagement des parents. Dans leurs trajectoires de soins, ils ont d’abord été confrontés au corps médical impliqué dans le diagnostic avant de rencontrer d’autres professionnels, dont les thérapeutes du langage. Les parents relèvent que l’accompagnement médical ne prend pas suffisamment en compte les besoins informationnels et émotionnels de la famille. Ils souhaitent recevoir une information neutre et objective sur les alternatives de soins existantes et leurs effets sur le développement de l’enfant. L’engagement des parents dans la trajectoire de soins semble favorisé par l’établissement d’une bonne relation de collaboration avec un intervenant particulier, indépendamment de la profession de ce dernier.
Following the diagnosis of deafness in their child, parents are quickly engaged in medical follow-up and have to take important decisions related to treatments and care of their deaf child, especially because of the generalization of the cochlear implant. This article presents the results of a study conducted in French-speaking Switzerland and based on the analysis of their care trajectories. Results show that in the most cases, deafness was associated with other troubles, which complicated the parental engagement. In their care trajectories, they were first in contact with medical practitioners implicated in the diagnosis, then to others experts including speech therapists. Parents underlie that medical support does not take into account sufficiently the family informational and emotional needs. They wish to receive neutral and objective information about existing care alternatives and their impact on child development. Parental involvement in the care trajectory seems to be fostered by establishing a good collaborative relationship with a particular caregiver, regardless of the caregiver’s profession.
La relazione coniugale è il pilastro principale della vita di una famiglia. I partner hanno una relazione paritaria, con medesimi diritti e doveri, con molti passaggi critici e nuovi compiti per la realizzazione degli obiettivi tra cui quello della generatività, intesa come capacità di “prendersi cura in modo responsabile di ciò che è stato generato insieme”. Si è adeguati genitori nel momento in cui si è capaci di essere cogenitori, condividendo la responsabilità di aver messo al mondo dei figli e di doverli crescere nella maniera più adeguata per loro. In particolare, nel caso di genitori di figli adolescenti è importante che essi siano indirizzati verso un’educazione alla scelta, siano nutriti a livello affettivo e siano resi autonomi dando loro fiducia in se stessi e nelle loro capacità. Cogenitori non si nasce, lo si diventa. Alcune figure specializzate (psicoterapeuti, psicologi, educatori, assistenti sociali) possono aiutare i genitori nel potenziare la loro identità e le loro abilità, attraverso percorsi di sostegno genitoriale o di parent training.
The marital relationship is the main pillar of family life. The partners have an equal relationship, with the same rights and duties, with many critical steps and new tasks for the realization of the objectives including that of generativity, understood as the ability to “take care responsibly of what has been generated together. We are adequate parents when we are able to be co genitors, sharing the responsibility of having given birth to the children and having to make them grow in the most appropriate way for them. Especially, in the case of parents of teenage children it is important that they are directed towards an education of choice, are nurtured on an emotional level and are made autonomous by giving them confidence in themselves and in their abilities. Co genitors are not born, one becomes that. Some specialized figures (psychotherapists, psychologists, educators, social workers) can help parents to strengthen their identity and their abilities, through parenting or parent training courses.
La “normalizzazione” del fenomeno del divorzio e la sua legittimazione sociale non eliminano, tuttavia, la sofferenza e il senso di smarrimento delle persone che lo vivono. Tale sofferenza è spesso causata dall’infrangersi del proprio progetto coniugale e familiare. Per far fronte a questa sofferenza, i due ex coniugi sono chiamati a svolgere diversi compiti educativi. Nello specifico, per essi è necessario avviare un percorso di riprogettazione esistenziale e parentale ed aprirsi al confronto, sviluppando nuove relazioni ed evitando il rischio dell’isolamento. La riflessione pedagogica può offrire il proprio contributo progettando percorsi di sostegno che supportino i genitori nell’affrontare i molteplici compiti educativi. Un sostegno che è da considerare in chiave educativa, promozionale, e non riparativa e che, in tal senso, incoraggia la cultura della genitorialità e favorisce la responsabilità.
The “normalization” of the phenomenon of divorce and its social legitimacy doesn’t eliminate, however, the suffering and the sense of loss of the people who live it. This suffering is often caused by the breaking down of the conjugal and family project. To overcome this suffering, the two ex spouses are called to perform various educational tasks. Specifically, it is necessary to make an existential and parental redisign and to develop new relationships. Pedagogical reflection can offer its own contribution by planning paths that support parents in their educational tasks. Support that is to be considered from an educational, promotional, and non-reparative point of view, which, in this sense, encourages the culture of parenting and the responsibility.
- NUNZIO GALANTINO
Saluto - CLAUDIO GIULIODORI
Saluto - MARIA LUISA GENNARI
Custodire legami nella coppia e generare futuro - PAOLA CAVATORTA
Complessiva-mente. Il sapere e i saperi del consultorio per le famiglie di oggi - ANDREA BETTETINI
Profili giuridici dei consultori familiari - PAOLO GENTILI
Un Samaritano vide ed ebbe compassione - GIGI DE PALO
Venticinque anni del forum - FRANCESCO LANATÀ
Prospettive future - EDOARDO ALGERI
Conclusioni
CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
Aller à la rencontre de l’Autre. Entrer dans une écoute sensible de son récit de vie. Faire représenter un fragment de son histoire. Se découvrir Soi-même comme un Autre. Créer des liens entre nos histoires de vie. Une telle démarche favorise la création d’un espace privilégié, un lieu pour dire son histoire et la relier à celle des autres. Le recours à la scène catalyse la mise en relation d’expériences singulières. Nous abordons ici un théâtre de récits de vie pour se dire et se voir, un théâtre pour devenir acteur et sujet de son histoire. La représentation de nos histoires de vie est anthropologie dynamique et herméneutique transculturelle. Elle s’ouvre à un imaginaire social riche en dynamique transformatrice. Cette contribution approfondit les enjeux de la représentation d’histoires de vie et ses potentialités en tant que vecteur de changement social. Le fait que cette démarche théâtrale se soit, depuis 1975, si rapidement développée dans le monde est une expression de sa modernité dans notre époque actuelle: elle s’avère être un instrument pertinent dans le dialogue social. La méthode crée un espace potentiel pour la rencontre d’individus et de groupes. Elle encourage au dialogue, en reliant les uns et les autres dans une affirmation de leur rôle de sujets co-créateurs de leur histoire et de leurs récits de vie. Les dimensions sociales et politiques sous-jacentes à ce processus deviennent apparentes: développer des formes de lien social qui prennent en compte les singularités et l’expression des individus en catalysant une dynamique de médiation comme reliance, mise en relation et synergie entre l’individuel et le social.
Andare incontro all’altro. Entrare in un ascolto sensibile del suo racconto di vita. Fargli rappresentare un frammento della sua storia. Scoprire Se-stessi come un Altro. Creare legami tra le nostre storie di vita. Tale processo favorisce la creazione di uno spazio privilegiato, un luogo per dire la propria storia e legarla a quella degli altri. Il ricorso alla scena catalizza la messa in relazione delle esperienze singolari. Affrontiamo qui il tema del teatro delle storie di vita per raccontarsi e per vedersi, un teatro per diventare attore e soggetto della propria storia. La rappresentazione delle nostre storie di vita è antropologia dinamica ed ermeneutica transculturale. Si apre a un immaginario sociale ricco di dinamiche trasformative. Questo contributo approfondisce le questioni della rappresentazione delle storie di vita e delle loro potenzialità, quale vettore di cambiamento sociale. Il fatto che questo processo teatrale, dal 1975, si sia sviluppato rapidamente nel mondo è un’espressione della sua modernità nella nostra epoca: dimostra di essere uno strumento rilevante nel dialogo sociale. Il metodo crea uno spazio potenziale per l’incontro di individui e gruppi. Incoraggia il dialogo, connettendosi l’un l’altro nell’affermazione del loro ruolo di co-creatori della propria storia e delle proprie storie di vita. Le dimensioni sociali e politiche che sono alla base di questo processo diventano evidenti: sviluppare forme di legame sociale che tengano conto delle singolarità e dell’espressione degli individui catalizzando una dinamica di mediazione come affidamento, relazione e sinergia tra l’individuo e il sociale.
Il testo propone una presentazione sintetica del volume Agostino Gemelli psicologo. Una ricostruzione storiografica. Esso si connota per la sua impostazione bibliografica e per l’intento divulgativo. Ha per oggetto la figura di padre Agostino Gemelli, al secolo Edoardo, come scienziato ma soprattutto come psicologo, ricostruito tramite studi coevi, postumi e contemporanei.
The present contribution intends to summarize the volume Agostino Gemelli
psicologo. Una ricostruzione storiografica [Agostino Gemelli as a psychologist.
An historiographyc recreation]. The volume has a bibliographic planning and a didactic aim. Topic: father Agostino Gemelli, born Edoardo, as a scientist but above all as a psychologist. The recreation bases on coeval, posthumous and contemporary works.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
Di fronte all’uccisione di tante donne tentiamo una riflessione che ci aiuti ad affrontare il fenomeno. Sembrano esserci dei tratti comuni a tanti episodi: a) questi delitti, e le violenze che a volte li precedono, avvengono ad opera di uomini che le “amavano” ed avvengono di fronte alla richiesta di modificare o cessare la relazione; b) non appaiono atti di uomini offesi nell’onore, ma atti di uomini disperati che non presentano quadri di personalità patologiche conclamate; c) chi attua gli omicidi sono quasi tutti uomini. Tutto ciò lascia pensare ad una perdita di riferimenti identitari positivi nella relazione uomo-donna, soprattutto da parte del versante maschile. Il problema evidenziato in questi luttuosi eventi ci sembra essere un’idea di amore, oggi molto diffusa, che fa emergere le fragilità personali dei soggetti: un amore vissuto come bisogno soggettivo identitario che diventa quasi diritto e non ammette deroghe, perchè non regge il confronto con una realtà diversa dalle conferme attese. In questa era del narcisismo e dell’autoreferenzialità, l’altro diviene strumento funzionale e necessario al riconoscimento della propria persona, perciò manca totalmente la consapevolezza di una separatezza costitutiva tra gli individui. Solo l’uccisione dell’altro rende parzialmente consapevoli dell’alterità, ma in modo irreparabile e tragico. I corsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, i corsi per fidanzati e gli spazi di riflessione per giovani coppie, che aiutino a leggere le crisi come normali occasioni di crescita, possono costituire dei momenti preventivi molto utili per riflettere più profondamente e realisticamente sull’amore e sulla vita di coppia.
Facing the Killing of so many women we try a reflection that can help us to face the Phenomenon. There seems to be some common traits to so many episodes: a) these crimes, and the violences that sometimes precede them, happen by men that loved their woman and occour when there is a request to change or terminate the relationship; b) it seems to us not more acts of men offended in honour, but acts of desperated men who do not have established pathological personality pictures; c) those who carry out the murders are almost all men, indicating a masculine who has lost some positive identifying references. The new problem seems to us to be an idea of love today widespread that bring out the personal fragility of the subjects. Love understood as a subjective identity need that become almost lawful and does not allow exceptions, that struggles to hold a comparison and a check with reality. In the era of narcissism and self referentiality, the other becomes a functional tool for my recognition, and the awareness of a constitutive separateness between individuals is totally lacking. Only killing makes them partially aware. Courses of affective and sexual education in schools, courses for engaged couples and spaces for reflections for young couples, that help to read crises as normal opportunities for growth, can constitute preventive moments that can be implemented by Consultors to reflect on love and the life of a couple.
L’articolo mostra il percorso di terapia di una coppia sierodiscordante a seguito di un’infedeltà coniugale. L’analisi del caso si sviluppa attraverso la descrizione delle caratteristiche delle famiglie di origine e di come queste abbiano influito sulle dinamiche tra i coniugi, predisponendo la coppia all’episodio di infedeltà e al conseguente contagio. L’intervento terapeutico ha confutato alcune credenze patogene riguardanti la manifestazione e il significato della rabbia, favorendo lo sviluppo e il mantenimento di un obiettivo condiviso all’interno di una cornice motivazionale cooperativa. Tali interventi hanno portato la coppia, anche attraverso degli atti di auto svelamento osati e accettati senza giudizio, ad iniziare un percorso di conferimento di senso a questa parte della loro vita e a rifondare il legame anche in vista di possibili futuri momenti difficili.
The article shows the therapy path of a serodiscordant couple after a conjugal infidelity. The case analysis develops through the description of the features of the families of origin and how they influenced the relationship dynamics between the spouses, persuading them to be unfaithful and the consequent contagion. The therapeutic intervention has refuted some pathogenic beliefs regarding the display and the meaning of rage, fostering the development and maintenance of a shared goal within a cooperative motivational setting. These interventions led the couple, who passed through dared self-disclosure behaviour accepted by the couple without giving any judgments, to begin a process of giving meaning to this part of their lives and to re establish the bond to face possible future difficult moments.
GESTIRE RELAZIONI
A la suite du diagnostic de surdité de leur enfant, les parents sont rapidement engagés dans son suivi médical et amenés à prendre des décisions importantes en matière de traitements et de soins, notamment en lien avec la généralisation de l’implantation cochléaire. Cet article présente les résultats d’une étude menée auprès de parents d’enfants sourds de Suisse romande et basée sur l’analyse de leurs trajectoires de soin. Les résultats montrent que dans la plupart des cas, la surdité était associée à d’autres troubles, ce qui a compliqué l’engagement des parents. Dans leurs trajectoires de soins, ils ont d’abord été confrontés au corps médical impliqué dans le diagnostic avant de rencontrer d’autres professionnels, dont les thérapeutes du langage. Les parents relèvent que l’accompagnement médical ne prend pas suffisamment en compte les besoins informationnels et émotionnels de la famille. Ils souhaitent recevoir une information neutre et objective sur les alternatives de soins existantes et leurs effets sur le développement de l’enfant. L’engagement des parents dans la trajectoire de soins semble favorisé par l’établissement d’une bonne relation de collaboration avec un intervenant particulier, indépendamment de la profession de ce dernier.
Following the diagnosis of deafness in their child, parents are quickly engaged in medical follow-up and have to take important decisions related to treatments and care of their deaf child, especially because of the generalization of the cochlear implant. This article presents the results of a study conducted in French-speaking Switzerland and based on the analysis of their care trajectories. Results show that in the most cases, deafness was associated with other troubles, which complicated the parental engagement. In their care trajectories, they were first in contact with medical practitioners implicated in the diagnosis, then to others experts including speech therapists. Parents underlie that medical support does not take into account sufficiently the family informational and emotional needs. They wish to receive neutral and objective information about existing care alternatives and their impact on child evelopment. Parental involvement in the care trajectory seems to be fostered by establishing a good collaborative relationship with a particular caregiver, regardless of the caregiver’s profession.
L’articolo prende in esame il tema dell’adozione, nazionale ed internazionale, soffermandosi sulla questione dei fallimenti adottivi, àmbito di ricerca approfondito in letteratura, soprattutto in relazione al periodo dell’adolescenza. L’adozione, oltre che essere un istituto giuridico, è un fenomeno che investe l’intero sistema sociale. L’iter adottivo è una “storia familiare” carica di profondi significati e aspettative da parte delle coppie che hanno deciso di accogliere un figlio nella loro vita, ma non sempre la coppia è in grado da sola di far fronte e superare le criticità e le variabili non sempre determinabili, mettendo così a rischio l’adozione stessa. È necessario pertanto, “fare sistema”, intendendo con ciò accompagnare e supportare le famiglie adottive con interventi finalizzati a sviluppare le risorse e le capacità genitoriali, attraverso la rete di tutti i servizi istituzionali che a vario titolo sono chiamati a vigilare innanzitutto per la tutela e per il sostegno del minore adottato.
The article examines the theme of adoption, both nationally and internationally, focusing on the question of adoptive failures, a thorough research framework in literature, especially in relation to the period of adolescence. Adopting as well as being a legal institution is a phenomenon that invests the whole social system. Adoptive iterative is a “family history” filled with deep meanings and expectations from couples who have decided to welcome a child in their lives, but not always the couple is able alone to cope and overcome the critical and the variables not always determinable, thus endangering the adoption itself. It is therefore necessary to “make a system”, thus intending to accompany and support adoptive families with interventions aimed at developing parental resources and capacities, through the network of all institutional services that are in various respects called upon to monitor first and foremost protection and support for the adopted child.
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
Oggigiorno, la crisi dei valori fondamentali e il pervasivo senso di incertezza stanno influenzando anche la famiglia e le istituzioni educative. Da un lato, il modello familiare “tradizionale” è cambiato nel tempo in una nuova immagine di un’idea di famiglia, più complessa e flessibile. Dall’altra parte, importanti cambiamenti hanno coinvolto anche i servizi educativi della prima infanzia, che sono sempre più efficaci nel sostenere le famiglie nei loro compiti educativi. Pertanto, il nostro studio – realizzato in 21 nidi d’infanzia di Bari (12 privati, 9 pubblici) – mira a contribuire a una riflessione più profonda sull’importanza della responsabilità condivisa tra famiglia e nido d’infanzia, analizzando gli stili educativi dei genitori e degli educatori e i loro effetti sull’educazione e sullo sviluppo dei bambini.
Nowadays, the crisis of fundamental values and the pervasive sense of uncertainty are affecting the family and the educational institutions. On one side, the “traditional” family model has changed over time into a new image of a more complex and more flexible idea of family. On the other side, important changes have involved also the early childhood education services, that are increasingly effective in supporting families in their educational tasks. So, the present study – carried out in 21 daycare centers of Bari (12 privates, 9 publics) – aims to contribute to a deeper reflection on the importance of shared responsibility between and family and daycares, analyzing the educational styles of parents and daycare educators and their effects on child education and development.
- LIVIA CADEI
Stefano Pasta, Il Consultorio che serve. Accogliere e accompagnare la famiglia - SABRINA PELI
Alessandro Ricci – Zbigniew Formella, Lo psicologo dell’educazione nella scuola - VALERIA DELLA VALLE
Rosanna Virgili – Rosanna Fersini, Nell’intimità della tua casa. La chiara parola dell’Amoris laetitia