CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
Una presenza importante nel modo dei Consultori e del servizio alle famiglie quella di Pantaleo Nestola (Leo per tutti). Dall’inizio della vita della Confederazione, Leo è stato sempre presente e attivo. Presidente della Federazione Lazio da molti anni, membro del Consiglio Direttivo nazionale e rappresentante del Forum delle Famiglie presso la Confederazione, è ricordato per la «forte determinazione a dare impulso e sostegno alle attività della Confederazione». Presentiamo qui il testo Il carisma nascosto che lui stesso accompagnò con queste parole: «È una riflessione sul nostro operare per la famiglia nei consultori, a partire da una domanda riferita a un nostro possibile carisma». Mancato il 23 aprile 2021, «sarà presente nella nostra mente e nei nostri cuori».
Livia Cadei
A cinque anni dalla pubblicazione dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris laetitia, con questo articolo si vuol offrire alcune brevi riflessioni per rilanciare una pastorale dell’ascolto, dell’accompagnamento, del discernimento e dell’integrazione per meglio crescere non solo verso una «pastorale positiva, accogliente che rende possibile un approfondimento graduale dell’esigenze del Vangelo» (AL 38), ma anche nell’arte dell’accompagnamento e del discernimento in cui famiglie, esperti, presbiteri possono costituire quella rete che risponde all’appello di Papa Francesco di aiutare le famiglie, tutte le famiglie, a percorrere il cammino di “graduale sviluppo della propria capacità di amare” (cfr. AL 325), consapevoli che “nessuna famiglia è perfetta” (cfr. AL 325), che ogni crisi deve essere vissuta come una opportunità (cfr. AL 294) e che bisogna accompagnare le persone che vivono situazioni “irregolari” sulla via di un discernimento che «non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposte dalla Chiesa» (AL 300).
Five years after the publication of Pope Francis’ Apostolic Exhortation of Amoris Laetitia, with this article, we want to offer brief reflections to enhance a pastoral care of listening, accompaniment, discernment and integration to grow better not only towards a “positive and welcoming pastoral approach capable of helping couples to grow in appreciation of the demands of the Gospel” (AL 38), but also in the ability of accompaniment and discernment in which families, experts, priests can constitute a structure that responds to the appeal of Pope Francis to help all families, to walk the path believing that “families need constanly to grow and mature in ability to love” (cfr. AL 325), aware that “no family drops down from heaven perfectly formed” (cfr. AL 325), that difficulties and crisis “require a constructive response seeking to transform them into opportunities (cfr. AL 294), and that it is necessary to accompany people who live in “irregular” situations on the way of a discernment that “can never prescind from the Gospel demands of truth and charity, as proposed by the Church” (AL 300).
L’articolo, nel solco dell’anno dedicato alla famiglia Amoris laetitia voluto da Papa Francesco a cinque anni dall’Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia, cerca di evidenziare l’importanza di un percorso di un cambiamento di mentalità che trova la luce nella Parola viva del Signore e l’attenzione ai bisogni delle creature umane. La riflessione che segue è stata elaborata partendo dalla proposta del Vademecum per la consulenza nella fragilità matrimoniale elaborato da Emanuele Tupputi. Il testo di don Emanuele è un’offerta intelligente e pratica per guidare canonisti, vescovi, presbiteri e operatori della pastorale per il bene di tutti i fedeli, per le comunità che accolgono la fragilità e l’amore come chiamata a realizzare il progetto d’amore del Padre che il Figlio ci ha rivelato e ha reso possibile comunicandoci la sua stessa capacità d’amare. L’opera si offre come uno strumento duttile e intelligente per affrontare le varie situazioni di fragilità matrimoniale come un’occasione per far emergere le responsabilità e il bene possibile e percorribile, aiutando tutti, chi accompagna e chi è accompagnata, a vivere il servizio dato e ricevuto come esperienza di Chiesa. Siamo chiamati a cogliere la persona come creatura di Dio, in relazione e protagonista di un processo.
The article, in line of the year dedicated to family “Amoris laetitia wanted” in- spired by Pope Francis, five years after the Apostolic Exhortation on love in the family, tries to highlight the importance of a path towards a change of mentality that finds light in the Living Word of the Lord and attention to the needs of human beings. The following reflection was elaborated from the programme of the Vademecum for counseling in conjugal frailty amplified by Emanuele Tupputi. Don Emanuele’s text is a brillant and practical offer to guide canonists, bishops, priests and pastoral collaborators for the good of all the faithful, communities who accept frailty and love as a vocation to carry out God’s design of love revealed to us by His Son and made it possible by communicating to us His own capacity to love. The work offers itself as a resourcefule and a keep instrument to overcome various situations of spousal frailty as an opportunity to build up responsibilities and the draw out the best, helping everyone, those who accompany and those who are accompanied, to live the assistance given and received as Church experience. We are called to welcom the person as a creature of God, in view and considered as the core of the process.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
L’emergenza sanitaria da COVID-19 si è presto dimostrata un’emergenza sociale, richiedendo un grande sforzo agli enti del territorio per adeguarsi al mutato scenario. Nel presente contributo si illustra come alcune associazioni di volontariato lombarde abbiano risposto alla prima fase (lockdown totale marzo e aprile 2020) e alla seconda fase (parziale riapertura maggio 2020) della pandemia. Gli obiettivi della ricerca hanno riguardato 1) l’esplorazione della motivazione e adesione all’organizzazione in tempi di COVID-19 da parte dei volontari (storici e nuovi); 2) l’analisi della gestione dell’organizzazione delle associazioni per rispondere al loro compito primario in tempi di COVID-19 da parte dei presidenti delle associazioni stesse. Al fine di analizzare adeguatamente entrambi questi aspetti, sono stati intervistati otto volontari e sette presidenti di sette associazioni che operano a Milano e a Brescia. L’analisi del contenuto delle interviste a presidenti e volontari mostra come le associazioni si siano riconfigurate per rispondere a nuovi bisogni, come si siano modificate le motivazioni e le attività stesse di volontariato con l’introduzione della relazione a distanza e di come le nuove tecnologie abbiano influito sui servizi offerti. Le parole degli intervistati mostrano la presenza di quella dimensione ambivalente, di blocco e di spinta contemporaneamente, originata dalla condizione di emergenza.
The COVID-19 health emergency soon proved to be also a social emergency, that required a great effort from local entities, which had to adapt to the new scenario. The aim of this study is to illustrate how some voluntary associationsin Lombardy responded to the first stage of the pandemic (total lock down in March and April 2020) and to the second one (partial reopening in May 2020).The goals of this research were 1) to explore volunteers’ motivation and membership to the organization during COVID-19 times (elder volunteers and new ones); 2) to analyze how the Presidents managed and organized the Associations in order to respond to their primary task at the same time. For the purpose of analyzing both aspects, eight volunteers and seven Presidents from seven Associations in Milan and in Brescia were interviewed. The analysis of the content of the interviews with presidents and volunteers shows how the associations modelized to respond to new needs, how the motivation and the volunteering activities changed with the introduction of the social distanceand how new technologies affected the services that they offered. The interviewees’ words demonstrate that there is an ambivalent dimension of blockingand pushing, that comes from the emergency status..
I principali studi rispetto alla funzione e ai ruoli del Consultorio Familiare in Italia hanno sottolineato come una delle sfide dei Consultori Familiari, oggi, è quella di formare le famiglie rispetto ai compiti educativi che accompagnano le varie fasi della vita familiare con maggiore attenzione ai compiti educativi genitoriali. L’obiettivo di questo articolo è quello di offrire a chi si occupa di studi sulla famiglia un possibile modello interpretativo di tale crisi, basato prima di tutto su un’immagine della donna ancora inscindibilmente legata all’oggettivazione del proprio corpo e nello specifico, del suo apparato riproduttore. La proposta interpretativa fatta al lettore si basa sulla lettua critica di alcuni spot pubblicitari andati in onda durante gli anni Novanta (epoca in cui i neogenitori di oggi erano bambini). Dall’analisi degli spot pubblicitari emerge come, nonostante le lotte delle femministe dei decenni precedenti abbiano cercato di liberare le donne dai vincoli biologici del proprio corpo, almeno fino all’inizio del nuovo Millennio l’immagine della donna proposta alle famiglie italiane dalla televisione era o quella della donna come oggetto del piacere sessuale maschile oppure quella della madre perfetta. I modelli proposti, apparentemente opposti, sono in realtà accomunati da un’immagine ancora uterocentrica della donna. L’articolo vuole offrire al lettore uno spunto di riflessione sul possibile collegamento tra questo fenomeno e la crisi dei ruoli genitoriali.
The main studies about the function and roles of the Family Consultancy in Italy have underlined that one of the challenges of Family Consultants today is to train families with a special attention to the educational tasks that accompany the family life. The aim of this article is to offer those involved in family studies a possible interpretative model based on an image of the woman still inextricably linked to the objective of her own body and specifically on her reproductive system. The interpretative proposal we want to give to the reader is based precisely on the critical reading of some commercials that aired during the nineties (a time when today’s new parents were children). From the analysis of those commercials it emerges that despite the struggles of the feminists to free women from the biological constrains of their bodies, at least until the beginning of the new millennium the image of the woman who entered in Italian families through television was either that of the woman as an object of male sexual pleasure or that of the perfect mother. The models proposed, apparently opposite, are actually united by a still uterocentric image of the woman. The article aims to offer the reader a starting point for reflection on the possible connections between this phenomenon and the crisis of parental roles.
Benché l’odio e i comportamenti ostili siano presenti nelle società umane fin dalle origini, oggi l’hate speech assume manifestazioni inedite nel web sociale. La diffusione dell’incitamento all’odio “onlife” preoccupa per la trasversalità e la capacità di alimentare in modo inedito tribalismi, “flame wars”, aggressività generalizzata, polarizzazioni, razzismi. Il testo propone una definizione del discorso d’odio, sottolineando come sia una categoria ambigua ma utile al tempo stesso, ed evidenziando la necessità di un approccio multidisciplinare e di un’ottica multiagency; rileva, poi, le caratteristiche specifiche assunte dal discorso d’odio nel web sociale, in continua evoluzione. Infine, alla luce dell’autorialità degli “spettautori”, si individuano alcune indicazioni di intervento pedagogico per contrastare il discorso d’odio.
Although hatred and hostile behavior have been present in human societies from the beginning, today hate speech takes on unprecedented manifestations on the social web. The spread of hate speech “onlife” worries about the transversality and the ability to feed tribalisms, “flame wars”, generalized aggression, polarization, racism in an unprecedented way. The text proposesa definition of hate speech, underlining how it is an ambiguous but useful category and highlighting the need for a multidisciplinary approach and amultiagency perspective; then notes the specific characteristics assumed by hate speech on the social web, which is constantly evolving. Finally, in the light of the authorship of the “prosumer”, some indications of pedagogical intervention are identified to combat hate speech.
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
Le identità multiple caratterizzano le persone del nostro tempo, d’altra parte serve trovare delle occasioni affinché queste possano esprimersi e conoscersi. Un tempo di riappropriazione, di confronto con gli altri e con se stessi che è stato in questi termini vissuto da persone d’origine diversa, neofite di teatro, nell’esperienza MoltiMe, promossa dal Centro studi e formazione sulla mobilità umana e intercultura “Fileo”. L’attivazione di questo percorso di teatro ha prodotto una bellezza collaterale, manifestata attraverso racconti, improvvisazioni e performance promotori della molteplicità di valori generati da ognuno. Identità individuali, ricche di saperi, sentimenti, interiorità, che arricchiscono il gruppo, offrendo un senso di appartenenza che ha creato – nel gruppo stesso – una terza dimensione. Nella tentazione di una chiusura egoistica questa esperienza ha offerto invece la possibilità di momenti di riappropriazione di un tempo personale, che si disvela nell’incontro con l’alterità.
Multiple identities characterise the people of our time, but it is also necessary to find opportunities for them to express themselves and get to know each other.A time of re-appropriation, of confrontation with others and with oneself was experienced in these terms by people of different origins, at their first experiencewith theatre, in the MoltiMe experience, promoted by the Centre on Human Mobility and Interculturality “Fileo”. The theatre initiative has produced collateral beauty manifested through stories, improvisations and performances which promoted the multiplicity of experiences and values generated by each person. Individual identities, rich in knowledge, feelings, interiority, languages and sounds, cultures and worldviews enrich the group by offering a sense of belonging. This feeling has created – within the group itself – a third dimension. Despite society leaning towards selfish closure, this experience has instead provided moments of re-appropriation of personal time, since it is indeed within the encounter with the otherness that re-appropriation takes place.
Nelle mie diverse esperienze professionali in forza alla Protection Judiciaire de la Jeunesse, mi sono spesso confrontata con giovani che hanno avuto difficoltà ad uscire, talvolta, da un percorso di delinquenza. Mi sono costantemente interrogata sul ruolo e sull’efficacia del sostegno lavorativo ed educativo per consentire a questi adolescenti di entrare in un percorso di uscita dalla delinquenza. Perché alcuni riescono a cavarsela mentre altri no? Per quelli che ci sono riusciti, come hanno fatto? Cosa veniva loro offerto, «cosa è successo in loro e intorno a loro?» (Cyrulnik, 1998, p. 98). Per fare questo, il metodo che uso fa parte di una prospettiva interazionista, poiché metto in discussione le interazioni che i soggetti hanno costruito con gli attori nei loro ambienti (famiglia, scuola, gruppi di pari, professione, ecc.) eil modo in cui tutto si adatta insieme e ha un effetto su di loro. Per quanto riguarda la mia ricerca, mi interessa la vita dei soggetti secondo quattro momenti (infanzia / rapporto con la scuola / ingresso nella delinquenza / uscita dalla delinquenza) che invitano il soggetto a raccontare episodi della sua storia, frammenti di vita e descrivendo la propria interiorità, l’esistenza, le relazioni con familiari, coetanei, ecc. Le interviste ai soggetti interrogati mostrano, per la maggior parte, percorsi di vita segnati da violenze e traumi. Quello che emerge dal racconto di vita è che questo dispositivo non si accontenta di estrarre semplicemente informazioni, anche se è vero che nella mia ricerca si cerca di raggiungere questo obiettivo primario. Assume altre funzioni, in particolare questo approccio collaborativo che porta l’individuo a impegnarsi spontaneamente in un processo di comprensione, emancipazione e trasformazione e dare così un senso alla propria storia. L’intervista sulla storia di vita è una collaborazione tra il ricercatore e il soggetto. Era importante, da un lato, invitare e coinvolgere il soggetto in questo incontro, perché lui stesso potesse oggettivare la sua esperienza. Questo lavoro di oggettivazione è fonte di sviluppo e, in questo senso, l’intervista di una storia di vita è l’occasione per una vera interazione, un processo di trasformazione che investe sia il soggetto sia il ricercatore.
During my different work experience within the Protection Judiciaire of the Jeunesse, I have often been confronted with young people who had difficulty in coming out, for some of them, of a situation of delinquency. Since I started have been questionning myself about the role and the efficacity of the edu-cational work in order to allow these adolescents to enter a process of exiting delinquency. Why do some manage to get by while others do not? For those who did manage to do it, how did they do it? What were they offered, «what happened in them and around them?» (Cyrulnik, 1998, p. 98). To do this, the method I use is part of an interactionist perspective, since I question the in-teractions that the subjects have built with the actors in their environments (family, school, peer groups, profession, etc.) and the way it all fits together and has an effect on them. Regarding my research, I am interested in the life of the subjects according to four moments (childhood / relationship to school / entry into delinquency / exit from delinquency) which invites the subject to tell epi-sodes of his story, fragments of life and describing their inner existence, family relationships, peers, etc. The interviews with the subjects questioned show, for the most part, life itineraries marked by violence and trauma. What emerges from the life story is that it does not content itself with simply extracting in-formation, although it is true that in my research it is this primary objective I seek. It covers other functions, in particular this collaborative approach which leads the individual to spontaneously engage in a process of understanding, emancipation and transformation and thus give meaning to their history. The life story interview is a collaboration between the researcher and the subject. It was important, on the one hand, to invite and involve the subject in this meet-ing so that he himself could objectify his experience. This work of objectifica-tion is a source of development and, in this sense, the interview of a life story is the occasion for a real interaction, a process of transformation which impacts both the subject and the researcher.
GESTIRE RELAZIONI
Histoires de PARENTS est une prestation relevant de la politique de prévention socio-éducative secondaire du canton de Vaud (Suisse), conçue et développée par la Fondation Jeunesse & Familles, à la demande de la Direction générale de l’enfance et de la jeunesse (DGEJ). L’activité d’Histoires de PARENTS a pour objet le bien-être et les besoins de l’enfant en soutenantet renforçant la capacité de réponse parentale ainsi que son adéquationau cœur même du système familial et de son environnement. Histoires de PARENTS s’appuie sur trois modalités d’intervention distinctes, interdépen- dantes et indissociables: l’espace familial, les ateliers thématiques et les GAPP (groupes d’analyse des pratiques parentales). L’accompagnementdans l’Espace familial est au cœur du dispositif d’Histoires de PARENTS: il est le fil rouge de celui-ci. La proximité et l’intensité de la démarche permettent au professionnel d’accompagner les familles dans leur intimitépour créer une relation sur le terrain de la pratique éducative parentale. L’accent est mis sur la valorisation des compétences des parents, afin de les souteniret leur permettre d’en profiter.
Histoires de PARENTS è un servizio che rientra nella politica di prevenzione socio-educativa secondaria del cantone di Vaud (Svizzera), ideata e sviluppata dalla Fondation Jeunesse & Familles, su richiesta della Direzione Generaledell’Infanzia e della Gioventù (DGEJ). L’attività di Histoires de PARENTS mira al benessere e ai bisogni del bambino sostenendo e rafforzando la capacità dirisposta dei genitori e la sua adeguatezza al cuore stesso del sistema familiaree del suo ambiente. Histoires de PARENTS si basa su tre modalità di interventodistinte, interdipendenti e inscindibili: lo spazio familiare, i laboratori tematiciei GAPP (gruppi per l’analisi delle pratiche genitoriali). Il sostegno nello SpazioFamiglia è al centro del sistema Histoires de PARENTS: ne è il filo rosso. La vici- nanza e l’intensità dell’approccio consentono al professionista di supportare le famiglie nella loro intimità per creare una relazione nel campo della praticaeducativa genitoriale. L’accento è posto sul potenziamento delle capacità deigenitori, al fine di sostenerli e consentire loro di trarne vantaggio.
Il presente contributo intende portare all’attenzione i risvolti positivi che le metodologie narrativo-autobiografiche, e in particolare la pratica della scrittura di sé, presentano sui piani affettivo, relazionale e cognitivo, attraverso la conquista di una maggiore autoconsapevolezza da parte del soggetto che vi si dedica. In particolare, tali metodologie possono rappresentare un valido strumento per i genitori (ma anche per tutti coloro che si occupano della formazione della persona) che avvertono l’esigenza di riflettere in merito alla relazione che vivono con i propri figli. Raccontarsi attraverso il potente medium della scrittura introduce a una dimensione di cura, quella insita nel prendersi cura della vita dei figli attraverso la cura di sé. Il percorso di accompagnamento pedagogico che ne deriva si realizza in una dimensione di gruppo, alternando momenti individuali di scrittura di sé a momenti di restituzione collettiva, nel corso dei quali è possibile ricostruire e rielaborare le fasi della crescita del figlio. Altro aspetto che l’esperienza e la ricerca qui riportate mettono in evidenza, è l’influenza che produce nella vita dei giovani, oltre che negli adulti, la diffusione massiccia di messaggi confusivi che provengono dalla comunicazione della società contemporanea, con cui il genitore è chiamato a confrontarsi. Rispetto a ciò risulta significativa la testimonianza di reciprocità e di amore gratuito portato avanti dalla coppia genitoriale.
This contribution aims to draw attention to the positive implications that narrative-autobiographical methodologies and in particular the practice of self-writing have at an affective, relational and cognitive level, through the achievement of greater self-awareness by the subject who is engaged in it. Inparticular, these methodologies can also be a valid tool for parents (but alsofor all those involved in the education of a person) who feel the need to reflecton the relationship they live with their children. Telling one’s story through the powerful medium of writing introduces to a dimension of care, as it is implicit intaking care of one’s children’s lives, through self-care. The resulting pedagogical accompaniment takes place in a group dimension, alternating individual moments of self-writing with moments of collective restitution. During these steps it is possible to reconstruct and re-elaborate the child’s growth phases. Another aspect that the experience and research reported here highlights is the influence that the massive diffusion of confusing messages coming from contemporary society produces in the life of young people, as well as in adults,with which parents are called to deal. In this respect, the testimony of reciprocity and gratuitous love carried out by the parental couple is significant.
CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
L’articolo, movendo da una riflessione sulla crisi ecologica, propone possibili itinerari educativi, per edificare una cosmologia della cura. Nel momento in cui kosmos e logos si fondono in un agire intriso di cura e responsabilità, l’uomo esperisce la concreta possibilità di una pacifica convivenza con tutti gli organismi della Terra, che permetterebbe a ciascun essere umano di riconoscere la propria identità terrestre. Al fine di educare a una cittadinanza sostenibile, sono necessarie posture comportamentali improntate alla partecipazione attiva e alla solidarietà (P. Malavasi). Il contributo, indagando tali nuclei tematici, procede nella direzione della promozione di una consapevolezza sostenibile, radicata nella capacità umana di riconoscersi come parte di un sistema più ampio. Solo attraverso il riconoscimento dell’alterità (P. Ricoeur) è possibile confermare la propria essenza ontologica. Ciò vale anche in riferimento alle modalità secondo cui ciascun uomo si relaziona con Gaia, la Madre Terra (J. Lovelock). Per coltivare coscienze ecologiche, è di fondamentale importanza strutturare laboratori del pensare, grazie ai quali concretare l’umana relianza (E. Morin), ricorrendo al pensiero dialogico. Ciò che, di primo acchito, potrebbe sembrare un disegno utopico, diviene possibile, in un orizzonte etico, mediante la capacità umana di pensiero sia critico (M. Lipman) sia caring (L. Mortari).
The article, starting from a reflection on the ecological crisis, proposes possible educational itineraries, to build a cosmology of care. When kosmos and logos come together in an action imbued with care and responsibility, man experiences the concrete possibility of a peaceful coexistence with all the organisms of the Earth, which would allow each human being to recognize their own terrestrial identity. In order to educate for sustainable citizenship, behavioral postures based on active participation and solidarity are necessary (P. Malavasi). The contribution, investigating these thematic nuclei, proceeds in the direction of promoting a sustainable awareness, rooted in the human capacity to recognize oneself as part of a wider system. Only through the recognition of otherness (P. Ricoeur) is it possible to confirm one’s ontological essence. This also applies to the ways in which each man relates to Gaia, the Earth Mother (J. Lovelock). In order to cultivate ecological consciences, it is of fundamental importance to structure laboratories of thinking, thanks to which human relationship (E. Morin) can be concretized, through a dialogic thinking. What, at first glance, might seem a utopian design, becomes possible, in an ethical horizon, through the human capacity for both critical (M. Lipman) and caring (L. Mortari) thinking.
In un periodo storico complesso e ricco di cambiamenti, che hanno inevitabilmente influenzato le relazioni interpersonali e sociali, l’autobiografia può essere utilizzata come strumento per riconnettersi al passato e per dare una nuova veste al presente. Il lavoro in questione presenta il progetto della terapia del grazie, un percorso autobiografico per coppie di futuri sposi che hanno visto cambiare i loro progetti di vita a causa della pandemia. Con il metodo dell’intervista semi strutturata, i futuri sposi hanno avuto la possibilità di prepararsi consapevolmente al matrimonio, valorizzando le persone significative nella loro storia di vita e sviluppando resilienza.
In a complex historical moment full of changes, that have inevitably influenced interpersonal and social relationships, autobiography can be used as a tool to reconnect with the past and give a new look to the present. The work in question presents the project of thanks’ therapy, an autobiographical journey for couples of future spouses who have seen their life plans change due to the pandemic. With the semi-structured interview method, future spouses had the opportunity to consciously prepare for marriage, valuing significant people in their life story and developing resilience.
Family is going through complex processes of change. This circumstance requires efficient public policies of support, responding to the functions and necessities of the families. Departing from a broad bibliographic and documentary review, this research discusses current views about the strategic functions of the families, and the role of the agents of social provision, focusing on social and legal-political environments. It also describes the main instruments for implementing family policies in the light of the new paradigm of social policies given by the pattern of a Social Investment Welfare State.
La famiglia sta attraversando complessi processi di cambiamento. Ciò richiede un sostegno efficace attraverso politiche pubbliche adeguate alle sue funzioni e alle sue esigenze. Sulla base di una rassegna bibliografica e documentale, la ricerca analizza l’attuale percezione sociale e politicogiuridica delle funzioni strategiche della famiglia e il ruolo dei principali agenti di fornitura sociale. Descrive inoltre i principali strumenti di politica familiare alla luce del nuovo paradigma di politiche sociali fornito dal modello di Stato di investimento sociale.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
Il fenomeno migratorio caratterizza il secolo contemporaneo e la vita di molti uomini e donne del nostro tempo. A tal proposito la narrazione è uno strumento di rielaborazione di questa esperienza, per molti traumatica e per altri generativa. Un dispositivo interpretativo e conoscitivo che offre ai soggetti di ripercorrere i propri percorsi migratori, che metaforicamente ed artisticamente tracciano attraverso l’immaginario delle costellazioni. Un concetto efficace di narrazione, quello delle costellazioni migratorie, che viene elaborato dentro ad un percorso formativo del Centro Studi e Formazione sulla mobilità umana e intercultura “Fileo”. Un termine che permette di dare fisicità e voce alla personale narrazione – spesso demonizzata – dell’esperienza migratoria.
The phenomenon of migration characterises the contemporary century and the lives of many men and women of our time. In this regard, narration is a tool for re-elaborating this experience, which for many is traumatic and for others generative. Narration is an interpretative and cognitive device that empowers subjects to retrace their own migratory paths, which they metaphorically and artistically trace through the imagery of constellations. The concept of narration and that of migratory constellations is an effective tool which has been elaborated within a training course of the Study and Training Centre on Human Mobility and Interculture “Fileo”. A term that allows us to give physicality and voice to the personal narration – often demonised – of the migration experience.
After the Salamanca Declaration, integration was replaced with inclusion as an aim in Norwegian education policy. Since then, Norwegian education has sought to achieve the goal that every child and every student is included in the ordinary education and receives a satisfying learning environment. This study presents and analyses some of the fundamental attitudes and thoughts about inclusion in the Norwegian education system, where inclusion is considered an enrichment both for the student and for the environment (kindergarten, school, society). Through both the official document on education and relevant literature, the article presents examples that show that the Norwegian approach could be considered as an interesting model for realizing an effective inclusive learning environment. The article presents in the same time reflections about the fact that, however, there is still a gap between the ideal and the practice. The literature highlights the main reason for this as related to teachers’ competence. Suggestions about how to reduce this gap are presented.
Dopo la Dichiarazione di Salamanca, l’integrazione è stata sostituita con l’inclusione come obiettivo nella politica educativa norvegese. Da allora, il sistema di istruzione norvegese ha cercato di raggiungere l’obiettivo che ogni bambino e ogni studente sia incluso nell’istruzione ordinaria e riceva un ambiente di apprendimento soddisfacente. Questo studio presenta e analizza alcuni degli atteggiamenti e pensieri fondamentali sull’inclusione nel sistema educativo norvegese, dove l’inclusione è considerata un arricchimento sia per lo studente che per l’ambiente (scuola materna, scuola, società). Attraverso il documento ufficiale sull’istruzione e la letteratura pertinente, l’articolo presenta esempi che mostrano che l’approccio norvegese potrebbe essere considerato un modello interessante per la realizzazione di un ambiente di apprendimento inclusivo efficace. L’articolo presenta allo stesso tempo ri!essioni sul fatto che, tuttavia, esiste ancora un divario tra l’ideale e la pratica. La letteratura evidenzia la ragione principale di ciò in relazione alla competenza degli insegnanti. Sono presentati suggerimenti su come ridurre questo divario.
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
La famiglia è il luogo dell’accoglienza e della valorizzazione delle diversità. La famiglia è Yper (super) perché moltiplica risorse ed energie, arricchisce le persone ad accresce la vita stessa. Il Centro per la famiglia “FamilYper” non è un altro servizio per le famiglie. È lo spazio entro cui le famiglie e i servizi per le famiglie del territorio si incontrano, si presentano, si confrontano. Incontrandosi possono migliorare, valorizzarsi e dare un’eco maggiore e più mirata alle loro iniziative. Il Centro per la Famiglia si propone di aiutare sempre meglio le organizzazioni a supportare le famiglie e a mettere le famiglie stesse nella condizione di realizzare “i compiti di sviluppo” a cui le diverse fasi della vita le chiama. Per raggiungere questo obiettivo si sono coinvolti, oltre alla Cooperativa Agape, ente gestore dei Consultori privati accreditati di Treviglio e Caravaggio, aderente alla Federazione Lombarda dei Centri di Assistenza alla Famiglia (Fe.L.Ce.a.F.), l’Azienda Consortile “Risorsa Sociale Gera D’Adda” e il Consultorio Pubblico dell’ASST Bergamo Ovest. È stato costruito quindi il progetto “FamilYper”, che ha ricevuto il finanziamento di Regione Lombardia attraverso un bando dedicato ai Centri Famiglia. Il progetto vedrà il suo avvio a giugno 2022 e avrà una durata biennale. Le azioni del progetto sono orientate alla costruzione di un metaservizio di ascolto, orientamento e collegamento, capace di connettere e far dialogare i numerosi e competenti servizi ed interventi in essere, offerti sia dal pubblico sia dal privato sociale, nel territorio dell’Ambito di Treviglio (Bg). Il punto chiave del servizio sarà la piattaforma on line che dovrà raccogliere tutte le risposte ai bisogni delle famiglie che il territorio esprime.
Family is the place of welcome where diversity is appreciated. Family is “Yper” (super) because it multiplies resources and energy, enriches people and makes life grow. The family centre ‘FamilYper’ is not another service for families. It is a place where families and services for families in the area meet, know each other and discuss. Thanks to this meeting point, they can improve, add value, enhance their visibility and aim at better and more focused initiatives. The family centre promises to always strive to help the organisations to support families; to give them the best environment to fullfill all the duties of the different growth stages in life. To achieve this objective, many subjects have been engaged; The Cooperative Agape – the managing authority of the private and accredited counselling clinics in Treviglio and Caravaggio, also part of the Lombard federation of centres for family support (Federazione Lombarda dei Centri di Assistenza alla Famiglia – Fe.L.Ce.a.F.) – The Consortium ‘Risorsa Sociale Gera D’Adda’ and the Public Counselling ‘ASST Bergamo Ovest. The project ‘FamilYper’ was finalised and it received funding from Regione Lombardia thanks to a grant dedicated to family centres. The project will commence in June 2022 with a duration of two years. All actions of the project are directed to the construction of a pool of services for counselling, orientation and relationships, capable of connecting the numerous and competent services, both public and private, in the area of Treviglio (Bg). The key point of the service will be the online platform that will include all answers offered in the area to the needs of families.
Il contributo per il presente articolo nasce dall’esercitazione condivisa di un gruppo di coordinatori/direttori di consultori familiari, impegnati nella partecipazione al Corso Executive in Direzione e Gestione dei Consultori FeLCeAF, organizzato da Università Cattolica e FeLCeAF. Il corso ha permesso di comprendere i principi metodologici e gli strumenti operativi necessari per ideare, pianificare e realizzare un progetto, così da saper gestire i fattori chiave caratterizzanti il ciclo di vita di un progetto e coordinare il ruolo dei diversi attori coinvolti. A fine corso, i partecipanti sono stati invitati a presentare un Project Work che prevedesse lo sviluppo di attività tipiche o collaterali nei consultori accreditati; per la loro implementazione è stato steso un business plan, evidenziando punti di forza e debolezza della proposta, analizzando come tale sperimentazione si collocherebbe sul “mercato” delle iniziative già esistenti e delineando i benefici per tutti gli stakeholders di una simile progettazione. Con l’accreditamento dei servizi sul territorio lombardo, i consultori familiari privati afferenti a FeLCeAF si sono via via attestati come servizi ad elevata specificità, capaci di dare risposte ai bisogni urgenti ed emergenti delle famiglie. Nell’orizzonte della cura dei legami famigliari, vero core mission dei consultori, si inserisce la progettazione di uno spazio operativo che proponga la Coordinazione Genitoriale come metodo di risoluzione alternativo del conflitto, in coppie separate con alta conflittualità. La coordinazione genitoriale rappresenta uno strumento innovativo ed efficace per la riduzione del conflitto, che aiuta i genitori altamente conflittuali a tutelare e mantenere la loro funzione genitoriale e ad attuare insieme il loro piano genitoriale. Oggi, il disagio e le fragilità generate da situazioni di elevata conflittualità genitoriale diventano un’urgenza sociale, fenomeno da porre all’attenzione di più ampie analisi sociologiche e politiche.
The contribution for this article originates from the shared exercise of a group of coordinators / directors of family counseling centers, who attended the Executive Course in Management and Management of FeLCeAF Counseling Centers, organized by the Catholic University of the Sacred Heart and the FeLCeAF. The course has allowed to understand the methodological principles and operational tools, useful to conceive, plan and implement a project; the participants were also able to manage the key factors, which characterize the life cycle of a project. They have become skilled to coordinate the role of the different actors involved. At the end of the course, the participants were invited to present a project work that developed typical or collateral activities in the accredited counseling centers; a business plan was drawn up, highlighting the strengths and weaknesses of the proposal, analyzing how this experimentation would be placed on the “market” of existing initiatives and outlining the benefits for all stakeholders. With the accreditation of our services in Lombardy, the private family counseling belonging to the FeLCeAF, have gradually established themselves as highly specific services, capable of responding to the urgent and emerging needs of families. The planning of an operating space that proposes Parenting Coordination as an alternative method of dispute resolution in separated couples with high conflict, is part of the horizon of family care, the true core mission of Family Counseling. Parenting coordination is an innovative and effective tool to reduce conflict. It helps highly conflicting parents to protect and to maintain their parental functions and to improve their abilities to co-parent. Today, the discomfort and fragility of children generated by situations of chronic exposure to parental conflict, is becoming a social urgency, a phenomenon to be brought to the attention of broader sociological and political analysis.
GESTIRE RELAZIONI
Nell’articolo è discusso un nuovo modo di concepire la relazione di amicizia tra genitori e figli. A partire da un’analisi del costrutto teorico dell’amicizia, si individuano le componenti dell’amicizia genitoriale: l’aspetto cognitivo – il riconoscimento dei propri bisogni diversi da quelli del figlio – l’aspetto affettivo – il senso di appartenenza generazionale – e l’aspetto etico-morale – la gestione del potere. Alcune vignette cliniche illustrano i mandati famigliari in ottica transgenerazionale e la costituzione dell’identità individuale a partire dal “famigliare” (secondo il modello relazionale-simbolico di E. Scabini e V. Cigoli), ed esemplificano le modalità con cui l’amicizia può realizzare la connessione con la storia famigliare e, contemporaneamente, la possibilità di trasgredirla, ossia di affermare la propria capacità individuativa. Sul piano psicologico collettivo (C.G. Jung), infine, viene individuato lo sviluppo di un particolare tratto archetipico della relazione genitori e figli che ha origine nel Cristianesimo con l’introduzione del modello di amicizia tra Gesù e i suoi discepoli, in luogo del rapporto autoritario servo-padrone.
The article discusses a new mindset on friendship between parents and children. Starting from an analysis of the theoretical concept of friendship, the components of parental friendship are identified: the cognitive aspect – the recognition of one’s own needs being different to those of the child – the emotional aspect – the sense of generational belongingand the ethical moral aspect – the management of the personal power of influence. Clinical vignettes show the family mandates from a transgenerational perspective and the realisation of individual identity starting from the “familiar” (according to the relational-symbolic model by E. Scabini e V. Cigoli), and exemplify the ways in which friendship can create a connection with family history and, at the same time, the possibility of transgressing it, that is, of affirming one’s ability to individuation. Finally, on the collective psychological level (C.G. Jung), the development of a particular archetypal trait of the parents-children relationship is identified, which originates in Christianity with the introduction of the model of friendship between Jesus and his disciples, in place of the authoritarian servant-master relationship.
L’opera educativa che trova più resistenza oggi è ri-scoprire la famiglia come un dovere civile e una cristiana opera di misericordia. Una misericordia che alimenta speranza e produce opere buone. Una misericordia che cambia lo sguardo, allarga il cuore e trasforma la vita in dono. Il rapporto famiglia e misericordia richiede concretezza e impegno. Dobbiamo contagiare di misericordia per riscoprire la famiglia e contagiare di famiglia per riscoprire la misericordia. Infatti la mentalità contemporanea, forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende, altresì, ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l’uomo. Quali sono le radici della misericordia?
The educational work that finds more resistance today is re-discovering the family as a civil duty and a Christian work of mercy. A mercy that nourishes hope and produces good works. A mercy that changes the gaze, widens the heart and transforms life into a gift. The relationship between family and mercy requires concreteness and commitment. We must infect with mercy to rediscover the family and infect the family to rediscover mercy. In fact, the contemporary mentality, perhaps more than that of the man of the past, seems to oppose the God of mercy and also tends to marginalize life and divert the very idea of mercy from the human heart. The word and the concept of mercy seem to make man uncomfortable. What are the roots of mercy?
- ALESSIA TABACCHI
B. Baffetti, Parola di ragazzo. 15 password per entrare in dialogo con gli adolescenti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2022
L. Cadei – D. Simeone – E. Serrelli – L. Abeni (eds.), L’altro educatore. Verso le competenze di secondo livello, Scholè, Brescia 2022
S. Pasta – M. Santerini (eds.), Nemmeno con un click. Ragazze e odio online, FrancoAngeli, Milano 2021
M. Lancini, L’età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti, Cortina Editore, Milano 2021