CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
L’articolo, movendo da una riflessione sull’uomo contemporaneo, che tende a esperire una condizione di analfabetismo relativo alla disponibilità ascoltante, si propone di fornire una lettura pedagogico-educativa del fenomeno dell’ascolto. Da un “dire monologante” alla complessità propria dell’atto dell’ascoltare, dalle barriere comunicative alla possibilità di ri-nascere attraverso un ascolto attivo ed ermeneutico: questi i nuclei tematici attorno ai quali ruota il contributo, al fine di avvalorare un’educazione volta a sviluppare la capacità umana di ascoltarsi, ascoltare ed essere ascoltati. Ciò che in àmbito educativo va affermato è il luogo sia dell’ascolto autentico, all’interno del quale esperire un patto di attenzione, sia dello scambio intersoggettivo, finalizzato alla comprensione profonda.
The article, moving from a reflection on the contemporary man, who tends to experience a condition of illiteracy related to listening availability, aims to provide a pedagogical-educational reading of the phenomenon of listening. From a “monologue expression” to the complexity of the act of listening, from communication barriers to the possibility of being re-born through active and hermeneutic listening: these are the key topics around which the contribution rotates, in order to support an education aimed at developing the human capacity to listen to itself, listen and be listened to. What must be affirmed in the educational sphere is the place both of authentic listening, within which to experience a pact of attention, and of the inter-subjective exchange, aimed at deep understanding.
La riflessione in tema di sviluppo e benessere umano individua i suoi presupposti nell’idea ormai condivisa che essi non possono trovare un pieno compimento nella sola dimensione quantitativa e nel calcolo del Pil, al servizio della crescita economica. Approccio delle capacità e custodia del creato si intrecciano in un discorso sull’umano nel segno di un’ecologia integrale. Di fronte all’odierno scenario critico, educare alla cura delle relazioni – in particolare costruendo dialogo nei rapporti intergenerazionali – e ad un’attiva partecipazione sociale traccia un percorso in grado di promuovere sostenibilità dello sviluppo e qualità della vita.
The reflection on the theme of human development and well-being implies the now shared idea that they cannot find fulfillment only in terms of quantity and calculation of the Pil, to service economic growth. The capabilities approach and the protection of the enviroment are intertwined in a discourse about what is human regarding integral ecology. Considering today’s critical scenario, an education about cultivating relationships – in particular by building intergenerational dialogue – and an active social participation trace a path that can promote sustainable development and quality life.
Molti modelli di intervento a contrasto del cyberbullismo includono azioni mirate ad aumentare la consapevolezza che i giovani hanno del cyberbullismo. Il presente studio si propone di indagare in che misura il modo in cui gli adolescenti riconoscono il cyberbullismo è connesso con la percezione che ne hanno gli adulti, con la qualità della comunicazione con i genitori, con il clima scolastico e con il disimpegno morale. Hanno partecipato allo studio 387 adolescenti (47,80% femmine) che hanno risposto a una batteria di strumenti sul cyberbullismo. Anche 146 genitori e 27 insegnanti dei partecipanti allo studio hanno risposto a un questionario analogo sul cyberbullismo. La capacità dei giovani di riconoscere il cyberbullismo non è risultata associata con la percezione che ne hanno gli adulti, ma migliorava quando la comunicazione con i genitori era più aperta. Questi dati indicano la necessità di attuare azioni specifiche contro il cyberbullismo all’interno di relazioni franche con gli adulti.
Several anti-cyberbullying intervention programs include specific actions aimed to increase youth’s awareness of Cyberbullying. The purpose of the current study was to investigate the associations of youth’s awareness of Cyberbullying with parents and teachers’ awareness of Cyberbullying, the quality of the communication with parents, the perceived school climate, and adolescents’ moral disengagement. Participants were 387 adolescents (47.80% girls) who answered measures assessing Cyberbullying and the perception of Cyberbullying. One hundred and fourty-six parents and 27 teachers answered a similar questionnaire on Cyberbullying. Adolescents’ awareness on Cyberbullying was not associated with adults’ awareness on Cyberbullying, but it was associated with higher levels of openness in the communication with parents. These results indicate that specific actions against Cyberbullying need to be realized within authentic relationships with adults.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
Già nella dicitura che li identifica, la famiglia parrebbe porsi come assenza per i minori stranieri non accompagnati: il contributo ripercorre le sollecitazioni della letteratura scientifica sul tema, individuando, invece, il ruolo essenziale dei legami parentali nelle vicende precedenti e successive al tragitto di migrazione di questi ragazzi, nonché il loro rilevante ruolo nel percorso educativo in comunità. Le possibilità in questo senso possono essere molte: il contributo, in particolare, presenta l’applicazione dell’Intervista Clinica Generazionale quale strumento di lavoro educativo nelle comunità di accoglienza.
The very definition of unaccompanied minors seems to imply family as a lack. This paper provides an overview of studies in the field outlining instead the central role played by families in these children’s migration and educational personal history. Many practices are possible to foster these children’s educational pathways: this article highlights the Clinical Generational Interview as an effective practice/instrument to be implemented by educators in hostcommunities.
La presenza di famiglie di origine straniera interroga i servizi e le istituzioni educative in merito ad alcune questioni fondamentali legate all’accoglienza delle diversità, fin dalla scuola dell’infanzia: quale immagine di bambino struttura l’agire educativo? Quale spazio viene dato alle differenze? Come è agito il ruolo educativo dell’adulto, ovvero dell’insegnante? La scuola cosa si aspetta dai bambini e cosa si aspetta dai genitori?Viceversa, la famiglia cosa si aspetta dalla scuola? La prospettiva transculturale, orientata al decentramento e alla valorizzazione dei codici culturali e interpretativi degli attori in relazione, rappresenta un paradigma interpretativo su cui strutturare un progetto di accoglienza all’interno della scuola che lasci reale spazio all’alterità.
The presence of foreign-born families raises questions to educational services and institutions about some fundamental issues related to the acceptance of diversity right from nursery school: what kind of child representation does build educational activity? To what extent is space given to the differences? How is the educational role of the adult, ie the teacher, performed? What does the school expect from children and from their parents? Viceversa, what does the family expect from the school? The transcultural perspective, oriented towards decentralization and towards enhancement of the cultural and interpretative codes of the actors’ relationship, represents an interpretative paradigm, whereon structuring a Hosting Project within the school, thus providing an effective room to otherness.
Le tecnologie (ICT – Information and Communication Technologies) sono “agenti attivi” nella migrazione, sia a livello individuale, sia collettivo. In questo senso le nuove tecnologie digitali non sono affatto un “lusso” destinato agli abitanti dei paesi più ricchi, né un gadget per un futile intrattenimento, ma piuttosto un bene che permette di soddisfare importanti bisogni primari, tra cui quello di avere a disposizione informazioni e di instaurare comunicazione. Il testo analizza come la “disponibilità digitale”, che spesso caratterizza anche i paesi di emigrazione, è un “capitale di reti” non solo nella fase della partenza, ma in tutto l’intero percorso migratorio. Nell’attraversamento del Mediterraneo, in particolare, i social media assumono spesso un ruolo di “tecnologie di sopravvivenza”, mentre, nella fase successiva, divengono uno strumento per l’inserimento nella comunità del contesto di arrivo. Ad essere chiamati in causa in questa riflessione sono soprattutto gli esperti di Scienze dell’educazione responsabili di progettare ed operare nel sistema dell’accoglienza formale. Si ritiene che, se opportunamente promosse e valorizzate, tali conoscenze e competenze possano favorire percorsi di crescita che rendano i migranti protagonisti attivi.
ICT (Information and Communication Technologies) are “active agents” in migration at both individual as well as group levels. In this sense modern digital technologies cannot be considered simply as a luxury for members of wealthy nations or as gadgets for entertainment. They are a significant asset in meeting basic needs, both in accessing information as well as providing means of communication. The study analyses how “digital availability”, a factor which also applies to the countries of emigration, is an essential asset in networking not only prior to, but also throughout the entire period of migration. Social media become ultimate “survival technologies”, especially when crossing the Mediterranean, and function in successive phases as all-important tools in supporting inclusion in the new host societies. Experts in educational science within the present system are called upon to take advantage of these skills and restructure procedures covering the migrant reception system. If supported in this way, migrants will be able to exploit their knowledge and competence, thereby opening up paths of development that will allow them to become active protagonists.
GESTIRE RELAZIONI
A travers l’activité quotidienne de l’éducateur auprès de réfugiés, l’article décrit les apprentissages à l’oeuvre. Des formes d’apprentissages classiques apparaissent dans des situations de classe ou sous forme socio constructive. Ce qui semble intéressant de relever dans cet environnement linguistique et culturel étranger à l’ensemble des protagonistes, c’est le recours au geste pour apprendre et pour comprendre. Tantôt, les gestes apparaissent clairement, tantôt ils surprennent par leur fugacité.
The article describes learning processes involved in the daily activity of educators working with refugees. Classical learning occurs in class-related situations or in socio constructivist forms. What appears interesting to consider in this strange linguistic and cultural environment is the opportunity to use gestures both to learn and understand. Gestures appear clearly; or they pass quickly taking one by surprise.
Cet article interroge la manière de sensibiliser les professionnelles aux biais de la catégorisation culturelle, sans les réitérer, dans le cadre de formations continues. L’approche présentée, issue des activités de formation en compétence transculturelle d’une ONG suisse, met d’abord en question le concept de culture afin de décloisonner chez les participantes leur lecture de la relation à autrui. L’analyse de la séquence de formation montre une prise de conscience ponctuelle des participantes de leurs stéréotypes, ainsi que quelques résistances et limites. La réflexion et l’attention que l’intervenant- e doit porter sur la méthodologie, sa propre posture par rapport à la
thématique et sa relation aux participantes, s’avèrent primordiales si l’on souhaite favoriser un processus de formation transformative.
This contribution questions how to raise awareness among professionals about the bias of cultural categorisation, without reinforcing it, through ongoing training. The present approach is based on the experience of a Swiss NGO which organises training activities on transcultural skills. The training process first challenges the concept of culture in order to broaden participants’ understanding of relationships with others. The analysed training sequence then shows that the participants can become aware of some of their stereotypes on the spot, but also express some resistance and limitations. To encourage a transformative learning process, the trainer will have to reflect upon and pay close attention to the chosen methodology, his or her own posture regarding the topic and his or her relationship with the participants.
A partire da Luglio 2014 ad Atene, nel quartiere di Neos Kosmos, hanno preso il via varie esperienze di accoglienza di famiglie in grave stato di bisogno. Da Settembre 2016 ad oggi, grazie ai progetti Listening and Welcoming e Collaborating and Progressing, sono state accolte anche famiglie di rifugiati provenienti dall’Asia e dal Medio Oriente. L’esperienza della consulente familiare che opera tutti i giorni a contatto con queste famiglie e con gli utenti del Centro di Ascolto della Caritas dell’Esarcato Armeno Cattolico di Atene mostra come, tramite la condivisione di esperienze familiari, sia possibile trasformare elementi di divisione e di scontro tra le famiglie in validi punti di partenza per la condivisione di esperienze comuni preziose anche per il lungo processo di integrazione in Europa.
Since July 2014, different social outreach measures aimed at welcoming families in financial and social difficulties have taken placed, in Athens in the area of Neos Kosmos. Since September 2016, many refugee families from Asia and the Middle East have also been welcomed, thanks to the project Listening and Welcoming and Collaborating and Progressing. The family counselor daily activity works in close contact with these families and members of the Listening Center of the Armenian Catholic Patriarchate of Athens. Its activity shows that it is indeed possible turning breaking elements into actual nutrient enrichment and sharing attitude towards those people who are in need.
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
In una società in cui si registra sempre più frequentemente un inesorabile calo della natalità è molto importante interrogarsi su quali siano le radici della maternità, per poter capire cosa impedisce oggi alla donne di giungere serenamente alla decisione di mettere al mondo un figlio, individuando, magari, quali potrebbero essere le condizioni personali e comunitarie che potrebbero invertire questa tendenza rinunciataria. Per questo motivo è importante per noi donne riflettere ed elaborare un pensiero realista e libero sulla maternità per superare alcuni rischi sempre in agguato: da un lato la retorica della narrazione della madre italiana, tutta marito e figli e che non è donna se non ha figli; dall’altra una estremizzazione del figlio come peso, come costo, una limitazione che è troppo faticoso vivere e che porta al rifiuto in toto della maternità. È importante riconoscere, infatti, lo specifico del ruolo materno, per scrostarlo dalle sovrapposizioni che gli stereotipi di tutti i tempi e delle culture hanno stratificato su questa realtà così importante per la vita di ciascuno. L’approccio consumistico ha permeato le nostre vite trasformando tutto in rapporti contrattuali da stipulare, in merce da vendere e comprare. Ridare cittadinanza al desiderio di maternità e paternità potrebbe essere una forza dirompente che restituisce calore e relazioni gratuite, rendendo più umana una società che rischia invece l’alienazione attraverso la frammentazione e l’individualismo.
In a society in which an inexorable decline in the birth rate is more and more frequently recorded, it is vitally important to question what the roots of motherhood are, in order to understand what prevents women from serenely reaching the decision to give birth to a child, perhaps identifying what could be the personal and community conditions that could reverse this renouncing tendency. For this reason it is important for us women to reflect and elaborate a realistic and free thought on motherhood to overcome some always lurking risks: on the one hand the rhetoric of the narration of the Italian mother, all husband and kids, that is not fully a woman until she has children; on the other, an extremism of the child as a burden, as a cost, a limitation that is too tiring to live, which leads to the total rejection of motherhood. In fact, it is important to recognize the specific role of the mother in order to extirpate it from the overlays that the stereotypes of all times and cultures have stratified on this reality so vitally important in everyone’s lives. The consumerist approach has permeated our lives, transforming everything into contractual relations to be stipulated and goods to sell and buy; giving back citizenship to the desire of motherhood and fatherhood could be a disruptive force that returns warmth and gratuitous relations, making our fragmentated and individualist society more human.
L’articolo si propone di capire quali interventi utili agli adolescenti possa proporre il consultorio familiare per affrontare un periodo della vita caratterizzato da profondi cambiamenti che possono disorientarli se essi non sono aiutati ad elaborarli attribuendovi senso e significato. Questi ultimi non sono immediatamente rintracciabili nella società odierna, segnata da grande fluidità di esperienze, secondo percorsi perlopiù soggettivi e privati, per cui risulta difficile riconoscersi in valori condivisi. Nei loro compiti di scoperta e di definizione di sé, gli adolescenti non possono essere abbandonati a loro stessi, né diretti e presi per mano come se fossero impotenti ed incapaci: hanno bisogno di adulti che li accompagnino e testimonino un senso da scoprire anche laddove questo non è subito evidente. Sono dunque brevemente illustrati possibili percorsi di azione del consultorio, rivolti a genitori, insegnanti ed adolescenti, in parte già realizzati nel consultorio di Pisa, in parte ancora da esplorare e sperimentare, affinché l’adolescenza possa essere vissuta come un’impresa cooperativa.
The purpose of this article is to understand how the family counseling can help teenagers to face a period in their lives that is full of deep changes and can be confusing if they are not guided by somebody who can help them to give these changes sense and meaning. The latter are not easily recognizable in our modern society since it is characterized by experiences which are so subjective and private that it is difficult to find values to share. While they are trying to discover and define themselves, teenagers cannot be left alone or guided as if they were helpless and unable: they need adults who can testify that there is a sense in things even though it is not immediately evident. Therefore, the article briefly explains how the counseling can help parents, teachers and teenagers, showing possible actions to carry on. Some of them have been already achieved by the counseling in Pisa while other ones still need to be explored and tested in order to experience youth as a joint undertaking.
Gli adolescenti di oggi e le loro famiglie ci pongono davanti a nuove sfide legate ai mutamenti sociali e culturali che caratterizzano la società contemporanea. Prendersi cura di loro e del loro disagio espresso attraverso le nuove formazioni sintomatiche (uso e abuso di sostanze, attacchi al corpo, rifiuto scolastico, bullismo, disturbi alimentari, dipendenza da realtà virtuali, attacchi di panico), ci impone – come operatori dei Consultori, ma più in generale come adulti che a vario titolo si pongono in ascolto di questa fase della vita – di ripensare ai modi con cui accogliere ed entrare in relazione con l’adolescenza. A partire dal contatto con la propria storia personale, e quindi con l’esperienza adolescenziale che ciascuno ha attraversato e rielaborato, è forse possibile costruire un ponte verso l’altro – l’adolescente perturbante – che ci interroga, mette in crisi le nostre presunte certezze e chiede di essere aiutato a scoprire possibili orizzonti di significato personale ed esistenziale.
Today’s adolescents and their families place us before new challenges linked to the social and cultural changes that characterize contemporary society. Taking care of them and their expressed disease through new symptomatic formations (drug addiction, attacks on the body, school rejection, bullying, eating disorders, dependence on virtual reality, panic disorders), requires us – as Consultors’ staff , but more generally as adults who listen to this phase of life in various ways – to rethink the ways in which to approach and build relationships with adolescence. Maybe starting from the contact with one’s personal history, and therefore with the adolescent experience that each one has gone through and reworked, it is possible to build a bridge to the other – uncanny adolescent – who questions us, puts our alleged certainties into crisis and asks to be helped to discover possible horizons of personal and existential meaning.
CONTRIBUTI ALLA VITA CONSULTORIALE
Il contributo presenta un modello originale di Gestalt Therapy con la famiglia, già sperimentato in oltre trent’anni di attività clinica e di ricerca, dove il sintomo di un figlio è visto come figura che emerge da uno sfondo di contatti corporei relazionali disfunzionali. Lavorando, in termini gestaltici, sulla funzione-Personalità dei cogenitori e facendo sperimentare nuove prossemiche e nuove forme di comunicazione, si riattiva l’energia individuale ed interpersonale, si ripristina la capacità di contatti autentici e la famiglia può transitare verso un nuovo step evolutivo. Il contributo spiega l’impianto teorico scientifico del modello e ne illustra l’applicazione pratica.
The contribution presents an original model of Gestalt Therapy with the family, already experimented in over thirty years of clinical activity and research, where the symptom of a child is seen as a figure that emerges from a background of dysfunctional relational bodily contacts. Working, in gestalt terms, on the function-Personality of the coparents and by experimenting new prossemic and new forms of communication, it reactivates the individual and interpersonal energy, it restores the capacity of authentic contacts and the family can pass towards a new evolutionary step. The contribution explains the theoretical
scientific structure of the model and illustrates its practical application.
L’articolo indica un modo alternativo di pensare ai temi della maternità, della paternità e dell’aborto volontario partendo dallo studio dell’etica di Emmanuel Lévinas. L’alterità, punto chiave del pensiero di questo filosofo, è la base su cui si costruisce la soggettività. L’Io, quindi, non è più visto in un’ottica individualista come soggetto autofondato e autofondante, ma come un soggetto la cui esperienza umana si fonda proprio sull’incontro, mai gnoseologico, con l’Altro. Sulla base di queste considerazioni si può rileggere e reinterpretare i temi che con più urgenza preoccupano i professionisti che si occupano di famiglia nella Grecia del giorno d’oggi.
This article indicates an alternative way of thinking with regards to the issues of the maternity, paternity and voluntary abortion, starting from Emmanuel Lévinas’ ethics. The otherness, which is considered the core of Levina’s Philosophy, is the basis on which subjectivity is built. The ego is hence no longer seen in an individualistic perspective as a self-founded and self-sustaining subject, but as a subject whose human experience is based precisely on the encounter, never gnoseological, with the Other. Based on these consideration, it is possible to reread and reinterpret the issues that most urgently concern family professionals in modern-day Greece.
L’articolo indaga la dimensione silente, da intendere quale momento aurorale dell’ascolto e della parola. Con il proporre una lettura pedagogico-educativa del silenzio ascoltante, il contributo fa luce sulla necessità di mettere a punto e coltivare una pedagogia del silenzio, così preziosa ai fini dell’avveramento personale. Dopo aver riflettuto sulla perdita dell’ascolto silenzioso di sé, degli altri e del mondo, che sembra contraddistinguere l’epoca contemporanea, l’attenzione si sposta sul silenzio come predisposizione all’accoglienza e forma concreta di attenzione. Si avverte l’esigenza di ricuperare il linguaggio del silenzio, affinché l’intera comunità educante possa promuovere il silenzio interattivo nella relazione educativa. Ciò che va determinato è il passaggio da un silenzio silente (passivo, inteso come assenza) a un silenzio parlante, vivente, di chiamata e di presenza. Solo quest’ultimo, attivo e tangibile, è in grado di far spazio all’ascolto e alla parola.
The article investigates the silent dimension, to be understood as the auroral moment of listening and speaking. By proposing a pedagogical-educational reading of the listening silence, the contribution highlights the need to develop and cultivate a pedagogy of silence, very precious for the purpose of personal fulfillment. After reflecting on the loss of silent listening of oneself, of others and of the world, which seems to distinguish the contemporary era, attention shifts to silence as a predisposition to acceptance and a concrete form of attention. There is a need to recover the language of silence so that the whole educating community can promote interactive silence in the educational relationship. What must be determined is the passage from a silent silence (passive, understood as absence) to a speaking, living silence, of call and presence. Only the latter, active and tangible, is able to make room for listening and speaking.
Questo testo si occupa della violenza coniugale e della sua ripercussione fra le generazioni famigliari, ricercando come le dinamiche coniugali possono diventare un modello per la generazione successiva, trasmettendo pure la violenza. La violenza coniugale è indagata attraverso gli studi di genere per investigare i rapporti di potere presenti in questo processo, mettendoli in relazione con gli studi sulle trasmissioni psichiche delle esperienze violente fra le coppie. A partire da una ricerca sul campo realizzata in una capitale brasiliana, abbiamo esaminato i seguenti argomenti: rapporti di potere; riproduzione e possibilità di creazione nelle generazioni; associazione con alcol ed altre droghe. Abbiamo concluso che la violenza coniugale è un fenomeno complesso connesso con questioni storiche e sociali di sottomissione della donna, ma allo stesso tempo in rapporto ad altri contenuti trasmessi fra le generazioni.
This text deals with conjugal violence and its repercussion among family generations,
investigating how conjugal arrangements can be made available as a model for the subsequent generation on ways of relating between a parental couple, also transmitting violence. Conjugal violence is approached from the studies on gender to investigate the power relations present in this process, relating them to the studies on psychic transmissions of violent experiences between couples. Based on a field research conducted in a Brazilian capital, we examined the following themes: power relations; reproduction and possibilities of creation in generations; association with alcohol and other drugs. We conclude that conjugal violence is a complex phenomenon that is linked to historical and social issues of women’s submission, but also relates to other contents transmitted between generations.
QUESTIONI DI VITA SOCIALE
Gli interventi educativi a domicilio rappresentano una misura di prevenzione dell’istituzionalizzazione e di promozione del diritto del minore alla famiglia. Oggi si rileva un aumento della richiesta di attivazione di interventi da parte dei Servizi Sociali territoriali, a fronte di un non sempre correlato investimento in termini di qualità e riconoscimento dei professionisti coinvolti nel lavoro a domicilio. Urge una riflessione pedagogica circa il sostegno educativo offerto alle famiglie all’interno del normale contesto di vita, laddove vivono situazioni di fragilità e vulnerabilità. Sollecitati a riflettere criticamente sulla propria esperienza familiare, minori e adulti diventano co-costruttori e protagonisti del progetto educativo. In una prospettiva di parenting support, la famiglia è accompagnata ad identificare risorse e criticità e a ricercare nuovi stili e strategie comunicativo-relazionali.
Home educational interventions represent a prevention measure from institutionalization and a way to promote the child’s right to a family. Nowadays it is detected an increase in the demand for activation of interventions by local Social Services, despite investments are not always correlated in terms of quality and recognition of educators who work in families’ houses. There is an urgent need for pedagogical reflection on the educational support offered to families within the normal context of life, where they live in situations of fragility and vulnerability. Encouraged to reflect critically on their own family experience, children and adults become themselveses co-constructors and protagonists of the educational project. In a perspective of parenting support, the family is accompanied to identify resources and critical issues and to search for new communicative and relational styles and strategies.
Il testo riporta una sintetica presentazione di una ricerca qualitativa del 2017, affrontata attraverso la metodologia dello studio di caso e legata alla conformazione del precedente sistema di accoglienza italiano (CAS, SPRAR), la quale si propone di portare in luce alcuni aspetti sul tema delle migrazioni, in relazione alle transizioni psicologiche che affrontano i migranti nel viaggio di spostamento verso nuovi luoghi. Focus particolare sul legame tra psicologia e pedagogia rispetto al tema dell’intercultura, sull’archetipo del viaggio e le implicazioni psicologiche sull’identità e sulle relazioni sociali nel nuovo contesto.
The text contains a brief presentation of a qualitative research of 2017, pursued through the case study methodology and linked to the conformation of the previous Italian Protection System for Asylum Seekers and Refugees (SPRAR), which aims to highlight some aspects of the topic of migrations, in relation to the psychological transitions that refugees face in the journey to move to new places. Particular focus on the link between psychology and pedagogy linked to the theme of interculture, on the archetype of travel and the psychological implications on identity and social relations in the new context.
I minori stranieri non accompagnati presenti in Italia costituiscono un’utenza molto varia, soprattutto in quanto a provenienza geografico-culturale e per rispondere alle loro molteplici esigenze è necessaria una guida pedagogica. Va detto che il lavoro di tipo educativo da svolgere con tali soggetti assume caratteri di grande incertezza, derivante dal continuo evolvere delle domande e dei bisogni di cui sono portatori. La valutazione delle loro esigenze educative è un compito complesso, perché ha da considerare differenti elementi, concernenti, tra gli altri, l’età adolescenziale, la diversità culturale/nazionale, il percorso di migrazione, l’assenza/lontananza della famiglia, il tutto strettamente connesso con la specificità delle storie individuali. L’articolo focalizza l’attenzione, in particolare, sulle questioni suscitate dal rapporto tra adolescenza e MSNA (Minori Stranieri non accompagnati).
Unaccompanied foreign minors present in Italy are a very diverse group, especially in terms of geographical-cultural origins, and a pedagogical guide is needed to meet their multiple needs. It must be said that the educational work to be carried out with these subjects takes on characters of great uncertainty, deriving from the continuous evolution of the questions and needs they carry. The evaluation of their educational needs is a complex task, because it has to consider different elements that concern, among others, the adolescent age, the cultural/national diversity, the migration path, the absence/remoteness of the family, all of the above closely connected with the specificity of individual stories. The article focuses attention, in particular, on the issues raised by the relationship between adolescence and UAM (Unaccompanied Minors).
IL VALORE DELL’ESPERIENZA
Il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati costituisce oramai una costante nel contesto europeo e italiano. Inizialmente interpretato come realtà emergenziale, ha assunto negli anni una connotazione strutturale tanto da sollecitare un crescente interesse sul piano scientifico quanto della riflessione in ambito accademico. La complessità intrinseca di tale fenomeno e dei fattori che lo determinano, implica necessariamente un’attenta riflessione, capace di andare oltre le concezioni riduttive spesso caratterizzanti lo scenario mediatico. Sovente inquinata da componenti ideologiche che ne mistificano l’essenza, la realtà dei migranti risulta oggi perlopiù descritta secondo visioni che ne impediscono un’adeguata comprensione. Al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza sul fenomeno e di poter di conseguenza trovare risposte realmente efficaci alle sfide che esso pone in essere, risulterebbe necessario integrare innanzitutto gli apporti provenienti dalla pratica quotidiana con quelli della riflessione teorica. Questo ambito, più di altri, soffre infatti di una netta cesura tra teoria e prassi. Porre in relazione dialettica tali dimensioni risulta davvero necessario se vogliamo svincolare l’attività di accoglienza da schemi e concezioni che non favoriscono una corretta comprensione del fenomeno e di conseguenza la costruzione di percorsi di integrazioni che sappiano da un lato rispondere ai bisogni delle persone accolte ed assieme rendere tale fenomeno una risorsa per il contesto sociale. L’esperienza del progetto I Care della cooperativa Coges don Milani di Mestre ci pare possa rappresentare un positivo esempio di come un lavoro tanto appassionato quanto competente possa generare risultati tangibili nel senso appena auspicato.
The phenomenon of unaccompanied foreign minors represents by now a constant in the European and Italian context. Initially interpreted as emergency reality, it has acquired a so structural connotation over the years that it has elicited an increasing interest on a scientific level and a reflection in the academic field. The intrinsic complexity of this phenomenon and of the factors which determine it, necessarily implies an accurate reflection, able to go beyond the reducing conceptions usually characterizing the media scenario. Frequently polluted by ideological components which mystify its essence, the reality of the migrants results mostly described according to points of view that impede a proper comprehension. In order to reach a greater awareness about the phenomenon and, consequently, to be able to find actually effective answers to the challanges that it brings about, it would result necessary to integrate first of all the contributions deriving from the daily practice with those of the theorical reflection. As a matter of fact this field, more than others, suffers from a clear break between theory and practice. Putting in a dialectical relation these dimensions results really necessary if we want to free the receiving activity from schemas and conceptions that don’t foster a correct comprehension of the phenomenon and, consequently, the construction of integration paths that are able, on one hand, to answer to the needs of the hosted people and, on the other hand, to make this phenomenon a resource for the social context. The experience of the “I Care” project of the Coges Don Milani cooperative of Mestre seems to be able to represent a positive example of how an as passionate as expert work can produce tangible results in the just wished sense.
Nella società post-moderna si arriva a sperimentare uno stato di disagio, di allerta, di malessere caratterizzato da strani sintomi, che potremmo racchiuderli nell’emozione definita ansia. In Gestalt Therapy sarà utile che lo Psicoterapeuta aiuti il paziente a prendere consapevolezza di ciò che prova, quali sono le emozioni che sente e come poter respirare liberamente. Avere consapevolezza di ciò che si vive, permette a ciascuno di noi di stare bene con se stessi e con gli altri, apprezzando ciò che si è in ogni aspetto della propria esistenza, anche la stessa ansia può diventare un’esperienza costruttiva se la si riconosce, se si impara a canalizzare questa energia e a trasformarla in forza da utilizzare per superare le sfide della vita.
In the post-modern society characterized by a hectic life, the person gets to experience a state of discomfort, of alertness, of malaise, characterized by strange tones, that could enclose him in the emotion defined anxiety. In Gestalt Therapy it will be useful for the Psychotherapist to help the patient to become aware of what he feels, what emotions he feels and how to breathe freely. Being aware of what he is living, allows each of us to feel good with oneself and others, appreciating what he is in every aspect of his life, even the same anxiety can become a constructive experience if you recognize it, if you learn to channel this energy and turn it into a strength to be used to overcome life’s challenges.
GESTIRE RELAZIONI
La letteratura dimostra il ruolo centrale dell’umorismo nelle relazioni romantiche:
influenza la loro formazione e la loro qualità ed è associato all’esito del conflitto con il partner. Il presente studio si è posto l’obiettivo di indagare la predizione statistica del legame tra umorismo e conflitto reclutando un campione formato da 50 giovani adulti coinvolti in una relazione stabile. È emerso che i maschi utilizzano in modo più frequente l’umorismo aggressivo rispetto alle femmine, le quali, invece, prediligono la comicità affiliativa. Inoltre, è stato dimostrato che lo stile affiliativo influenza negativamente l’escalation conflittuale; lo stile autovalutativo influenza negativamente l’escalation e positivamente il progresso della conflittualità.
Literature has shown a key role of humor in the lifespan of close-relationships: it influences their birth and their quality and it is associated with the outcome of the conflict with the partner. The aim of this study is to investigate the causal link between humor and conflict, by recruiting 50 young adults involved in a stable relationship. The results suggest that males scored higher than females on aggressive humor, whereas females used more frequently affiliative humor. Furthermore, the affiliative style negatively affects the escalation of the conflict; self-enhancing style was found to have a negative influence on the escalation of the conflict and it promoted the progress of the conflict.
L’articolo si concentra sulla vulnerabilità dei bambini giapponesi oggi. Le crisi economiche e la graduale adozione delle politiche neoliberiste dagli anni ‘80 colpiscono le sfere educative sia a scuola sia in famiglia. Le scuole devono confrontarsi, da un lato, con le nuove esigenze emergenti dai risultati di apprendimento degli studenti e, dall’altro, con la manifestazione di diversi problemi psicosociali e comportamentali tra gli scolari. Il fenomeno dell’educazione alla vita si colloca in questo contesto di crescente disuguaglianza. Le interviste complete condotte con gli insegnanti hanno permesso di capire che i docenti sono impegnati nell’educazione alla vita sulla scorta della loro sensibilità etica, la cui analisi ha permesso di distinguere tre categorie: amore, responsabilità, convinzione. Questo risultato ha fatto luce sulla dinamica della corrispondenza fenomenologica tra la percezione degli insegnanti della educazione alla «vita» dei loro studenti e le loro pratiche di insegnamento.
L’article s’intéresse à la vulnérabilité des enfants japonais d’aujourd’hui. Les crises économiques et l’adoption progressive de politiques néolibérales depuis les années 1980 affectent les sphères éducatives tant scolaire que familiale. Les écoles se confrontent, d’une part, aux nouvelles exigences sur les résultats d’apprentissage des élèves et d’autre part, à la manifestation, chez les écoliers, de différents problèmes sur le plan psychosocial et comportemental. Le phénomène de l’éducation à la vie s’inscrit dans ce contexte de l’inégalité grandissante. Les entretiens compréhensifs menés avec les enseignants ont permis de comprendre que les enseignant s’engagent à l’éducation à la vie selon leur sensibilité éthique dont l’analyse a permis de dégager trois catégories: amour, responsabilité, conviction. Ce résultat a mis en lumière la dynamique de la correspondance phénoménologique entre la perception de la «vie» qu’ont les enseignants par rapport à leurs élèves et leurs pratiques pédagogiques.